PAOLO VALENTI

PAOLO VALENTI

PORTRAITS

Il tuo nome e la tua professione?

Paolo Valenti, burattinaio, marionettista e suonatore di vari strumenti.

Cosa vuol dire essere burattinaio nel 2012?

Come ieri sera… i bambini magari giocano tutto il giorno con il computer e poi si incantano davanti a un pezzo di legno che balla e quella funziona ancora come magia. Sì perché la soluzione più semplice è sempre la migliore.

Tantissimi anni ho lavorato con i bambini e mi sono interessato di pedagogia ovviamente.

A volte lavorare con loro è più difficile che lavorare con gli adulti perché ti scoprono. Quando con i bambini fai finta

di fare qualcosa loro ti scoprono subito. Gli adulti stanno alla convenzione, i bambini un po’ meno.

Io ho uno spettacolo che inventai quando mio figlio era piccolo ed era un omaggio a lui e alla sua vitalità ed è incredibile perché è pieno di sostanza, di contenuto e poi vai alle cose importanti della vita. A me interessa qualcosa che è legato alla vita.

Come hai cominciato?

Ho iniziato nel ‘75 con un circolo culturale poi dall’80 ho iniziato a lavorare con una compagnia di Firenze professionale e poi da lì non mi sono mai fermato in Italia e all’estero. Però qui ad Arezzo è la base e da quando hanno ristrutturato l’ambiente è diventata La casa di Pinocchio. In Italia ho lavorato con Terzo Studio che organizza Certaldo, San Miniato, Campiglia Marittima tutti festival di Teatro di Figura che io preferisco chiamare alla vecchia maniera Teatro di animazione, teatro fatto con attori, i burattini che sono tutto quello che animi. Il teatro di attori a me piace però, che ne so, mi piace Sandro Lombardi, diciamo il teatro di prosa in generale non mi piace sinceramente però è un campo infinito.Nel teatro d’animazione, come Jiri Trnka a Praga negli anni 30, storia bellissima, l’ideale è di fare un’arte totale. Il burattinaio fa tutto, dall’invenzione alla costruzione di burattini e marionette, alla regia.

Tutto dalla a alla z.

Comunque dall’’80 io scelsi di far questo come lavoro. Lasciai l’università se no sarei diventato un noiosissimo architetto (i miei amici che facevano l’università con me son diventati delle persone un po’ grigie risata). Non mi pento di questa scelta anche se adesso si lavora a cappello, il teatro di strada è stato tutta un’altra sponda che è iniziata negli anni 80-90, sponda interessante di giocolieri e circo, qui ha avuto sviluppo relativo ma in Francia per esempio ha avuto uno sviluppo fantastico con il Cirque Nouveau di ricerca teatrale e linguaggi nuovi.

Ora in Italia non c’è quasi più lavoro stanno abolendo i festival, è un disastro da due anni ora lavoro molto in Spagna. Abbiam messo su lo spettacolo Il regalo del Rio, una storia antica che però torna attuale. E’ la storia di un bambino che vive lungo il fiume, ci siamo ispirati al Rio Ebro a Saragozza che attraversa tutta la Spagna e poi l’Arno. È la storia semplicissima di un bambino che va in cerca del pane e il panettiere gli dice che per avere il pane gli deve portare

i soldi o “ se mi porti un sacco di farina se ne può parlare”. Allora il bambino va dal mugnaio che dice “Ah vuoi la farina? Se mi porti il grano perché costa caro e i campi son secchi per la siccità!”. Allora lì c’è la soluzione, il bambino parla col fiume e gli dice “Ue dammi l’acqua per il grano”. È una storia antica e moderna buscar el pan e lui riesce in una cosa difficile, ottenere il pane senza pagare, senza denaro, perché aiuta i contadini a raccogliere il grano e loro gliene danno un sacco.

E niente poi va dal mugnaio porta il grano, poi c’è lo spaventapasseri e i pesci che gli parlano, uno spettacolo ecologista insomma dai!

C’è una marionetta a cui sei legato?

Tutte quante!

Questa è ripresa da un fumetto di Andrea Pazienza te lo ricordi Zanna? È uno abbastanza incazzato. Pazienza mi piaceva tantissimo e lo conobbi quando veniva ad Alcatraz dove teneva dei corsi.

Lui è un’altra di quelle marionette che per ora non ha ruolo nello spettacolo, dobbiamo trovarglielo, finora ha avuto solo un ruolo, faceva l’Uomo più forte del mondo nella Specie di circo. Marionette ce n’è tante da spettacoli vari perché in 30 anni è venuta fuori parecchia roba.

TI faccio vedere l’ultimo Pinocchio che ho costruito perché ne ho costruiti varie centinaia. Questo è Pinocchio che si candida sindaco perché lui non è un bugiardo “ a me non mi cresce il naso… questa menzogna che sono un bugiardo, quindi io sono il candidato ideale capito? Grazie grazie”.

Questo mondo è magico io mi riferisco sempre a Luciano di Samosata che visse intorno al 200 dc.

Lo accusarono di magia nera e scrisse un libro bellissimo perché ogni magia ha il suo trucco. Poi c’è San Simeone che è il nostro protettore.

Questo è l’ultimo burattino che ho costruito una specie di mister Punch o Puncinella inglese, quello molto cattivo,

i burattinai napoletani intorno al 500-600 giravano per l’Europa e i burattini si trasformavano cambiavano nome diventavano Gaspar, Pancho, in ogni paese cambiava un po’ stile, Pulcinella rimase sempre cattivo, sadico.

E magari questo sarà il prossimo spettacolo!

Non ti sei pentito di questa scelta?

No stai scherzando! No io sono contento perché poi ho avuto degli allievi, ho tenuto dei corsi ora c’è una nuova generazione: c’è Nicola che lavora qui con me adesso, poi c’è la Michela, la Silvia, la Valentina, un sacco di gente che ha lavorato con me e si è appassionata e continua a portare avanti la ricerca. Poi è chiaro è tutto un po’ clandestino, tipo l’anno scorso siamo andati ad un festival che fa compagnia Is Maschereddas di Cagliari loro son bravissimi Antonino e Donatella, eccezionali, loro fanno il festival di Teulada, Sardegna punta sud occidentale paesino bellissimo, uno dei mari più belli del mondo. La mia amica spagnola quando è arrivata lì ha detto: “Esto è mejor del Caribe”. Loro facevano questo festival, tutto già programmato e 15 giorni prima di cominciare la Regione gli ha tagliato il finanziamento di 40.000 euro non 100 200 o 300 mila euro ma erano i 40.000 con cui loro facevano un festival di una settimana.

Non importa si va avanti. _ Claudia Avventi/Giulio Malfer